UNIVERSITA' POPOLARE DI BOLOGNETTA

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04/10/10

STORIA DI BOLOGNETTA del PROF. SANTO LOMBINO (SECONDA PARTE)

Le preesistenze

Ma com’era questo territorio prima che sorgesse il nuovo paese? Se ci occupiamo degli insediamenti umani presenti in questo territorio nei secoli precedenti al formarsi del centro abitato, notiamo che le campagne su cui poi sarà edificata S. Maria, pur non avendo agglomerati molto ampi, non sono del tutto deserte.
La parte boschiva, indicata come bosco di Casaca o Casacca e a volte Gasaca (nemus casace), è già nel Trecento citata assieme a quello di Godrano in una concessione di Federico III di Aragona ai cittadini di Palermo, che vengono autorizzati, seppure con la moderazione necessaria, ad utilizzare tali foreste dei territori attorno alla città per i bisogni quotidiani[i]. Viene permessa, quindi, la raccolta della legna da ardere o da utilizzare per la costruzione di imbarcazioni, la caccia agli animali selvatici, la raccolta di frutti spontanei come funghi, mandorle, pistacchio, more, ecc.
Oltre ai corsi d’acqua come il Milicia e l’Eleuterio-Risalaimi ed i loro modesti affluenti, che rendono fertili ampie porzioni del territorio, alle colline dove era possibile e forse già praticato l’impianto della vite e dell’olivo, nei decenni precedenti la fondazione sono documentati su questo territorio masserie, bagni termali e fondaci. Sono un primo segno - ha notato Antonino Morreale[ii]- del ritorno dell’uomo in queste contrade, prima dell’ampio fenomeno di colonizzazione tra la metà del Cinquecento e il Settecento.
Il limitrofo feudo di Tumminìa, appartenente alla famiglia aristocratica dei Bosco di Vicari prima del passaggio a Marco Mancino, si caratterizza per una masseria ancor oggi in buono stato, mentre sorge nelle campagne tra il torrente Milicia e Bagheria la Masseria d’Amari o d’Amaro, ancora oggi testimoniata dal toponimo Massaramari tra Bolognetta e Bagheria: a Nicolò di Amari, castellano di Cefalà, era intestato tra l’altro il feudo di Marineo fino all’era Beccadelli[iii]. Il Mongitore nel raccontare di “fonti e pozzi meravigliosi della Sicilia” cita un “fondaco delle Legna” presente nel territorio della terra di Ogliastro, presso cui “trovasi un fonte, della cui acqua si servono a molte infermità gli abitatori con isperimentato giovamento”. E Vito Amico: “Nella vicina bettola appellata dei Legni vi è una fonte, la di cui acqua è termale, quindi anch’essa si dice altresì dai Bagni”[iv]. L’atto di vendita stesso conferma l’esistenza, alla fine del XV secolo, del fondaco di Ogliastro, indicato come elemento caratterizzante del territorio. Vi si parla infatti di “rochi petri fondaco Bosco arbori silvestri et domestici”. Alla posta di questo fabbricato si fermano tutti coloro che devono affrontare l’ultima tappa del viaggio verso Palermo o che hanno affrontato nel primo giorno di cammino la faticosa salita dalla Conca d’Oro verso l’interno, superando un dislivello di trecento metri. Si tratta di viandanti a piedi o a cavallo, di vurdunara, bordonari, mulattieri, di carrettieri e poi del corriere postale che da Palermo arriva a Pachino, all’estrema punta sud-orientale dell’isola[v].
Tra Misilmeri ed Ogliastro sono situati sia il fondaco delli Mortilli nella stessa contrada del ponte omonimo sul fiume Risalaimi-Eleuterio, sia la masseria di Guerrieri o Gurreri[vi] che ancor oggi dà nome alla contrada, mentre in contrada cozzo Sant’Angelo, oggi tra Bolognetta e Cefalà Diana, sorgono e sono attivi dall’XI secolo i Bagni arabi dalle salutari acque termali. Non è un caso che il fondaco delli Mortilli, la masseria Guerrieri, il fondaco di Ogliastro e i Bagni arabi siano posti su una linea continua lungo la via regia che da Palermo porta all’interno dell’isola. Assieme alla presenza di terreni che possano accogliere colture cerealicole e alla vicinanza della grande città da dove si può far arrivare manodopera senza troppe difficoltà imputabili alle distanze, è quindi la diversificata utilizzazione da parte di nuclei di popolazione di questa struttura di collegamento, a costituire un punto di riferimento e di aggregazione, a potenziare la presenza umana in questo spazio, a determinare la scelta del sito per la fondazione e la riuscita dell’impresa. (continua)

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